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In questa sezione The Dangerfield Tapes coglie infine un'ulteriore opportunità: guardare alle “registrazioni” create ora, da ognuno di noi, con i propri mezzi (audio, video, immagini), come a un archivio di enunciati “orbitante” e al contempo a un ambiente e una serie di operatività capaci di istituire relazioni di prossimità ed empatia nel momento del “distanziamento”.

Scatti, riprese documentarie e finzionali, montaggi e tutto quant'altro implicato nella filiera della produzione e post-produzione, vanno a costituire un terzo insieme archivistico del progetto. Ancora prima di raccogliere e vincolare tra loro gli esiti in un complesso documentale, significa riconoscere in ogni atto di registrazione un impulso archivistico: “il desiderio di scattare una fotografia, di documentare un evento […] è direttamente connesso all’aspirazione di produrre un archivio” (traduzione nostra, Enwezor, 2008; Foster, 2004).

VISA (2020, digitale, 13')

VISA. Lo stimolo del tempo vuoto (di Giovanni Leone)

I Felt Screened Out, It Was Quite Electric (2020, digitale, 24')

I Felt Screened Out, It Was Quite Electric. Tale of an Unrested Mind (di Andrej Antonic)