Una ingombrante visibilità
Come resuscitare un videoregistratore
AIWA GX910
NOME FONDO | Collezione privata Famiglia Anzelin |
PROPRIETARIO | Anzelin D. |
IDENTIFICATIVO | 00000001 |
LOCALIZZAZIONE | Italia |
TIPOLOGIA DEL SITO | Abitazione privata |
SPECIFICHE | Salotto, primo piano |
COORDINATE | 45.960694, 13.472833 |
DATA DI REPERIMENTO | 24/04/2020 |
AUTORE DELLO SCAVO | Anzelin D. |
DEFINIZIONE | Video Cassette Recorder |
TIPOLOGIA | VHS |
CATEGORIA | Meccanica |
ANNO | 2000-2001 |
MARCA | AIWA |
MODELLO | GX910 |
N. SERIE | EG90706094 |
MISURE E PESO | 36 cm (L), 9,5 cm (H), 27,8 cm (P) / 3.3 kg |
Una ingombrante invisibilità. Come resuscitare un videoregistratore VHS
di Davide Anzelin
Il videoregistratore AIWA modello GX910 si trovava su un comodino del soggiorno di casa mia. Era lì da anni a prendere polvere senza mai essere utilizzato da nessuno. Assumerlo come reperto è stata una scelta obbligata in quanto unico oggetto mediale obsoleto presente nell’abitazione. Eppure, se non fosse stato per il progetto, sarebbe rimasto nella medesima posizione per molto altro tempo, a suo modo invisibile.
In tutti questi anni, da quando presumibilmente si è rotto, nessun membro della mia famiglia, compreso lo scrivente, si è mai preoccupato di chiedersi se e come ripararlo. Probabilmente nessuno si era posto la questione perchè ormai lo avevamo sostituito con un lettore DVD. Forse un altro dei motivi di questa silenziosa sostituzione si deve al fatto che non abbiamo mai avuto molte videocassette. Nemmeno ricordo l’ultima volta che l’ho utilizzato.
Il progetto è un’occasione per ridare dignità e voce (ricostruendone la storia, rimettendolo in funzione) a un oggetto che per almeno un decennio è rimasto inosservato e incalcolato all’interno dello spazio domestico, sempre fermo nello stesso punto, presumibilmente rotto. Scrivo presumibilmente perché non ho mai provato a scavare per verificare le sue effettive condizioni.
Una volta tornato al centro dell’attenzione sono rimasto colpito dal peso e dalla consistenza di questo oggetto. Se paragonato ad altri lettori contemporanei la prima cosa che balza all’occhio è quanto si siano ridotte le dimensioni dei supporti di oggi. Soprattutto mi sono chiesto come fosse possibile che un oggetto così ingombrante potesse svolgere un così ristretto numero di azioni.
Una ingombrante invisibilità. Come resuscitare un videoregistratore VHS
Il reperto in analisi è un videoregistratore VHS, modello GX910 prodotto dall’azienda AIWA. Come suggerito dal sottotitolo del presente lavoro di ricerca, l’apparecchio è un oggetto dalle dimensioni ingombranti: 360 x 278 x 95mm; circa tre chili e trecento grammi. Si presenta quale una scatola di alluminio, plastica e metallo (Fig. 1). Procedendo con la descrizione fisica, sulla parte frontale in alto a sinistra in rilievo si trova la marca, quindi la scritta AIWA, mentre sulla porta del lettore, dove venivano inserite le cassette VHS, ci sono tre scritte: HUGH QUALITY, SHOWVIEW, VHS. Infine, nella parte sottostante al lettore, si trova il modello GX910 VIDEO CASSETTE RECORDER.
Se la struttura pare indenne allo scorrere del tempo, azionato il meccanismo si nota come lo stato conservativo del congegno sia in realtà pessimo: cliccando il tasto ‘Play’, posto sulla destra del display, il nastro non inizia a girare.
Se consideriamo e consultiamo il manuale d’istruzioni incontriamo queste specificazioni:
Video recording system Rotary 2 head helical scanning system Video head
[HV-GX910LE] Double azimuth 2 heads
Tuner system Frequency synthesized tuner
TV system B/G, L SECAM, B/G PAL
Video signal system SECAM/MESECAM/PAL color signal, 625 lines, 50 fields
Usable cassettes VHS video cassettes
Recording/playback time PAL/SECAM/MESECAM
SP: 4 hours 20 minutes max. with
E-260 tape.
LP: 8 hours 40 minutes max. with
NTSC (Playback only)
SP: 3 hours max. with T-180 tape
Tape speed PAL/SECAM/MESECAM
SP: 23.39 mm/sec.
NTSC (Playback only)
SP: 33.35 mm/sec.
Rewind time: Approx. 3 min. with E-180 tape
Channel coverage VHF-low: C02 to C04, C13 to C20
(SECAM), S01 to S07
VHF-high: C05 to C12, S08 to S41
UHF: C21 to C71
Video input 0.5 - 2.0 Vp-p, 75 ohm, unbalanced
Video output 1.0 Vp-p, 75 ohm, unbalanced
Horizontal resolution 240 lines
Video S/N 43 dB (SP)
Audio track 1 track (Mono)
Audio input SCART: -8 dBs, 22 k ohm
Audio output SCART: -8 dBs, less than 2.2 k ohm
Operating temperature: 5 °C to 40 °C
Power requirements 200 - 240 V AC, 50 Hz
Power consumption 18 watts
TYPE 3.5 watts (power save mode.)
Dimensions 360 (W) x 278 (D) x 95 (H) mm
Weight Approx. 3.3 kg (7.26 lbs.)
Non si è fatto accenno qui alla datazione precisa del modello, in quanto si invita a proseguire la lettura nella sezione dedicata alla storiografia.
Una ingombrante invisibilità. Come resuscitare un videoregistratore VHS
Il percorso del mio videoregistratore inizia in una fabbrica di Tokyo di proprietà della AIWA. Questo marchio viene fondato nel 1951 dove si occupa di costruzione di oggetti elettronici. Ebbe un successo commerciale immediato soprattutto in Giappone e in altri paesi orientali. Negli anni Sessanta fu la prima a produrre una radio in grado di leggere le cassette. La AIWA aumentò il successo imprenditoriale tra gli anni Settanta e Ottanta grazie ai loro televisori, impianti stereofonici, videoregistratori e i walkman. Negli anni Novanta si dedicò anche alla produzione di dispositivi audio e video per Personal Computer ma nel 2002 la compagnia andò in crisi finanziaria, dunque venne acquisita dalla SONY.
Nel 2006 la multinazionale giapponese decise di non mettere più prodotti a marchio AIWA sul mercato. A far risorgere il marchio ci pensarono gli americani della Hale Devices nel 2015 come testimoniano queste righe presenti sul loro sito web:
«We've proudly resurrected the iconic Aiwa brand in the passionate pursuit of bringing people together around music. How do we do that? We create products that deliver legendary sound quality; we bring you the music you love, the way it was meant to be heard.
Aiwa has a simple formula for delivering serious audio equipment without compromise - we have the best acoustic talent, we put our money into the highest quality components and we offer world-class customer service. For those that want music to be more than background noise, for those who want their music to have the power to entertain. Aiwa »1.
L’azione di ricerca ha preso avvio da archivi contenuti nel siti web, consultando successivamente vari cataloghi di produzione che andavano dal 1992 al 2001, ovvero un anno prima del passaggio della AIWA alla Sony. Caricato sul portale YouTube, è un “video catalogo”2 di prodotti della AIWA che và dal 2000 al 2001. Qui è mostrato il modello oggetto della ricerca permettendo l’autore di collocare a livello temporale l’anno di uscita del dispositivo. I tasti channel, la forma e le dimensioni sono identiche, variano solo la posizione in cui si trovano, e il nome è GX 935. Sul GX 910 i tasti sono situati a sinistra in basso appena sotto il tasto Playback, mentre sul GX 935 sono in basso a destra. Come già detto in precedenza le caratteristiche fisiche e le funzioni sono le medesime.
L’elemento che balza di più all’occhio è che nonostante ci fossero già da tempo produzioni di videoregistratori, compresi quelli dell’AIWA stessa, con quattro o sei testine, il mio oggetto di ricerca ne presenta solo due. Questa caratteristica è singolare dato che i lettori DVD erano già sul mercato. Sicuramente a quell’epoca il videoregistratore era più economico rispetto ai sistemi di riproduzione di DVD che in quegli anni cominciava a diffondersi e pian piano a sostituire i vari VCR. Si tiene a precisare che, nonostante ci fossero già produzioni di questi nuovi modelli di VCR da quattro e sei testine, la scelta dell’azienda è stata quella di inserire sul mercato un modello che era destinato a diventare in breve tempo obsoleto. Infatti, le testine erano dei piccoli "magneti" che leggevano e scrivevano i dati sul nastro magnetico delle VHS. Queste venivano collocate in una specie di cilindro che era possibile vedere a occhio nudo appena si alzava lo sportello del videoregistratore. In sostanza meno testine erano presenti minore era la qualità delle riproduzioni. Tendenzialmente dal 1995 in poi tutti i VCR avevano più di due testine: per questo inizialmente pensavo che il mio reperto fosse da collocare prima di quell’anno. Supposizione presto smentita. Paradosso scoprire che il modello GX 910 era decisamente due passi indietro rispetto alla tecnologia del 2000 e 2001.
A rafforzare questa tesi è anche la presenza dello Showview. Quest’ultimo era un dispositivo che poteva essere esterno o integrato, come nel mio caso, che tramite l’inserimento di un timer per la programmazione, permetteva di registrare programmi televisivi su VHS. Lo Showview nacque nel 1990 e arrivò in Italia grazie a JVC nel 1993. Nel corso degli anni a questo sistema vennero integrate nuove funzioni e adattate nuove tecnologie: satellite e digitale terrestre.
Però, almeno dal 1998, si poteva trovare la versione seguente dello Showview, cioè lo ShowviewDeluxe. Quest’ultimo non solo poteva registrare vari programmi ma era in grado anche di connettersi al satellite tramite il VCR. Lo ShowviewDeluxe consentiva il controllo di un ricevitore satellitare tramite un emettitore a infrarossi integrato nel videoregistratore.
Una volta installato, l’utente doveva solo selezionare il tipo di ricevitore da un menu sullo schermo e poi la stazione satellitare. Dopo aver impostato anche questo, si poteva partire con la registrazione grazie al timer satellitare semplicemente inserendo il codice del canale nel VCR.
Sulla parte frontale, in alto a sinistra, è presente il tasto Playback. Questo aveva una funzione molto comoda; infatti permetteva di riavvolgere il nastro della VHS fino al punto dove veniva impostato il timer. Sfogliando alcuni cataloghi disponibili online, di dispositivi di altre marche risalenti la fine degli anni Novanta e inizio Duemila, la maggior parte dei videoregistratori erano dotati di questa funzione del Playback quindi non rappresenta una novità esclusiva del mio VCR, confermando così il suo stato di fantasma.
In conclusione a questa analisi, si può affermare che il GX910 non era l’apparecchio di punta dell’AIWA: dato evidente che emerge dalla storia stessa dell’azienda, la cui produzione si concentrava principalmente sugli apparecchi audio. Questo lo si può notare anche da uno studio dei cataloghi presi in esame: se i videoregistratori erano tutti sistemati in una pagina, i prodotti riguardanti gli impianti stereo, stereo portatili, casse audio e autoradio occupavano sempre la prima pagina e la maggior parte delle seguenti.
La videocassetta
La storia del GX910, come quella di altri videoregistratori, è strettamente legata all’utilizzo delle cassette VHS. Queste ultime vennero lanciate sul mercato nel 1976 diventando in poco tempo uno strumento che ebbe un successo immediato nella riproduzione di video analogici. Questo trionfo non fece altro che crescere quando i tycoon del cinema hollywoodiano degli anni Settanta e Ottanta iniziarono a mettere i film di loro proprietà nelle VHS. Tutto ciò funzionò fino alla fine degli anni Novanta quando i DVD iniziarono a invadere il mercato. La JVC provò a rispondere al fuoco con le D-VHS, videocassette digitali ad alta definizione; operazione che purtroppo non ebbe successo a causa dell’elevato costo.
La conseguenza di questo declino è che le VHS portarono pian piano nell’oblio anche i videoregistratori, tanto che nel luglio del 2016 vennero considerati tecnologie del passato. Gli ultimi apparecchi prodotti furono opera dell'azienda giapponese Funai che, nonostante tutto, nel 2015 riuscì a vendere 750.000 unità di videoregistratori.
In ogni caso ci sono ancora gli appassionati che ricercano e collezionano film su supporti VHS, questi amatori mantengono in vita dei supporti e dispositivi che ormai rappresentano l’ultimo baluardo delle tecnologie analogiche in un mondo completamente digitalizzato. Diventa a questo punto importante pensare a delle modalità di conservazione e accesso attivo a questa tipologia di dispositivi.
Una ingombrante invisibilità. Come resuscitare un videoregistratore VHS
Operazione a “nastro aperto”
Il sottotitolo del progetto recita “come resuscitare un videoregistratore VHS”: lo scopo è di non lasciare l'oggetto della ricerca impolverato in quella cripta dove era rimasto per secoli. Anche perché è inutile continuare a tenere un oggetto non funzionante di queste ingombranti dimensioni. Proseguendo nella ricerca, chi scrive ha messo letteralmente le mani dentro al videoregistratore riuscendo a capire come “curare” il VCR.
Si è subito riscontrato come il problema era che, all'inserimento della cassetta nel dispositivo, non si sincronizzavano le immagini sullo schermo e si sentiva rumore di pellicola accartocciata: un rischio; poteva rovinare il nastro della VHS inserita al suo interno. Per risolvere questa situazione si è scoperto che, oltre alla banale pulizia delle testine, bisognava controllare lo stato del perno guidanastro (Fig.2). Questo oggetto permette al nastro caricato di girare verso le testine audio e video permettendo la sincronizzazione delle immagini che vedremo sullo schermo. Ho ipotizzato che probabilmente il guasto dell’oggetto in analisi sia stato causato da una caduta; di conseguenza il perno si deve essere sganciato dalla base creando così i problemi di allineamento del nastro facendo perdere l’uniformità delle immagini.
In sostanza non c’è stato nemmeno bisogno di ordinare pezzi di ricambio che probabilmente risulterebbero introvabili. Sono bastati una semplice ricerca su Internet e un tutorial su Youtube. Seguendo alla lettera le indicazioni trovate online, ho smontato il GX910 e ho inserito una VHS di prova (Fig.3): il caricamento della cassetta non ha presentato nessun problema ma, come già anticipato una volta che il nastro veniva passato nel circuito dell’ingombrante oggetto, purtroppo iniziava ad accartocciarsi e a trasmettere sul televisore delle immagini a effetto neve asincrone. Non ho fatto altro che riposizionare il perno nella sua posizione corretta semplicemente incastrandolo con le mani nel circuito meccanico (Fig.4). In questo modo sono riuscito a risvegliarlo. Mentre lo ricollocavo nella sua giusta posizione le immagini hanno iniziato ad essere sempre più nitide finchè non sono diventate “perfette”. A questo punto citando Frankenstein Junior è il caso di dire: “Si può fare!”
Proposta di valorizzazione
Grazie a questa operazione posso rendere fattibile la proposta di valorizzazione che avevo in mente. Il progetto prevede di reperire numerosi film in VHS di qualsiasi genere cinematografico, dai classici fino a quelli classificati B-movie, ovvero quelle opere fatte a basso costo o di dubbia qualità. Questi saranno poi riprodotti nel dispositivo appena rianimato che per l’appunto potrebbe essere ritenuto, allo stato attuale, uno strumento di serie B ma riqualificato.
Questa modalità di selezione delle opere è ispirata in un certo senso all’inquadramento teorico-metodologico di Boleslaw Matuszewski, il quale proponeva l’istituzione di un deposito cinematografico nel quale un comitato di persone erano addette alla selezione delle opere. Le parole di Matuszewski, che riporto qui di seguito, sintetizzano il metodo: «un apposito comitato accetterà o rifiuterà i materiali proposti dopo aver misurato il loro valore storico (...) di raccogliere e di mandare al futuro deposito la riproduzione di tutti i fatti che sembreranno presentare un interesse storico» (GRAZZINI, 1999, pp. 66-68).
Nel caso di Matuszewski l’interesse era il valore dell’evento storico catturato dalle immagini impressionate sulla pellicola. Nel mio progetto invece la selezione terrà sempre conto del valore storico delle opere che però saranno di tipo finzionale. Sempre Matuszewski nel suo saggio La fotografia animata parla del cinema come uno strumento che: «conserva e restituisce quanto la semplice memoria non può far rivivere, è tanto meno lo possono i suoi sussidi: la pagina scritta, il disegno, la fotografia» (GRAZZINI, 1999, p. 70). Proprio del mio progetto è anche mantenere vivo il ricordo del videoregistratore e la cultura delle VHS. Nel mio caso avrà anche un valore in più perché finalmente non sarà solo usato come soprammobile o oggetto vintage.
L’idea è quella di creare un evento intitolato 'L’alba del VCR ancora vivente' che consisterà nella proiezione nel mio “bunker personale” in via Duomo 6 a Cormons (GO) di film in VHS. Sono previste ben dieci serate che si svolgeranno nei week-end nella modalità del double features, ovvero due film: uno classico e uno di serie B.Visto lo spazio molto limitato saranno ammesse al massimo tre persone. Queste persone possono partecipare alle serate comprando i biglietti all’asta sulla pagina dedicata all’interno del sito web: thedangerfieldtapes.uniud.it. Le aste saranno disponibili il giorno precedente della data dell’evento solo dalle ore 7.00 alle 9.00, il prezzo base di partenza sarà di 50,00 € con rilanci di 5 €. Con l’acquisto del biglietto saranno compresi bevande e snack: acqua, Coca-Cola, patatine, M&M’s e pop-corn.
Per quanto riguarda la selezione dei lungometraggi il compito è affidato, come si diceva, ad un comitato interno composto da: Dario Anzelin, Monica Dellago e Daniele Anzelin. Il curatore dell’evento sarà il sottoscritto con la supervisione di Gionata Brandolin. I film che porterò a disposizione del comitato saranno scelti dal catalogo della Mediateca di Gorizia e dalla collezione personale di Alfonso Brandolin. La particolarità della collezione di quest’ultimo è che presenta delle VHS sulla quale sono registrati film tra gli anni Ottanta e Novanta direttamente dalla televisione: quindi ci saranno anche spot pubblicitari e sigle dell’epoca.
Dopo lunghi e dolorosi giorni di consultazioni il comitato ha deciso il palinsesto:
VEN: 03/07/2020 | 20.30 | 1997 FUGA DA NEW YORK (1981) | 106’min |
/ | 22.30 | HALLOWEEN - LA NOTTE DELLE STREGHE (1978) | 91’min |
VEN: 10/07/2020 | 20.30 | JURASSIC PARK (1993) | 127’ min |
/ | 22.30 | WE’RE BACK, 4 DINOSAURI A NEW YORK (1993)
| 73’min |
VEN: 17/07/2020 | 20.30 | SCREAM (1996) | 111’ min |
/ | 22.30 | DEMONI (1985) | 88’min |
VEN: 24/07/2020 | 20.30 | RITORNO AL FUTURO (1985) | 116’ min |
/ | 22.30 | VENDETTA DAL FUTURO (1986) | 94’min |
VEN: 31/07/2020 | 20.30 | UNA PALLOTTOLA SPUNTATA (1988) | 85’min |
/ | 22.30 | ALTRIMENTI CI ARRABBIAMO (1974) | 101’min |
VEN: 07/08/2020 | 20.30 | OLIVER & CO (1988) | 74’min |
/ | 22.00 | TARON E LA PENTOLA MAGICA (1985) | 90’min |
VEN: 14/08/2020 | 20.30 | GHOSTBUSTERS (1984) | 107’min |
/ | 22.30 | HELLRAISER (1987) | 94’min |
VEN: 21/08/2020 | 20.30 | MEDITERRANEO (1991) | 96’min |
/ | 22.30 | ANTROPOPHAGUS (1980) | 87’min |
VEN: 28/08/2020 | 20.30 | PREDATOR (1987) | 107’min |
/ | 22.30 | LA CASA (1981) | 117’min |
VEN: 03/09/2020 | 20.30 | GLI INTOCCABILI (1987) | 120’min |
/ | 22.30 | LE IENE (1992) | 100’min |
I film sono stati selezionati in base al genere: si può notare ad esempio che la serata del 17/07 è dedicata agli amanti dell’Horror sfruttando il fatto che è un venerdì. Invece la serata del 10/07 e del 07/08 saranno orientate verso il pubblico dei più piccoli e alle famiglie, tanto che la prima data mette in evidenza il mondo dei dinosauri targato Steven Spielberg poiché oltre al più conosciuto Jurassic Park si potrà avere l’occasione di vedere anche il meno famoso, ma comunque dignitoso, We’re back! 4 dinosauri a New York, film d’animazione dove Spielberg veste i panni del produttore esecutivo. Per quanto riguarda l’altra serata per famiglie sarà dedicata a due classici della Walt Disney, la quale negli anni Ottanta alternò successi e flop come per l’appunto Taron e la pentola magica giudicato in malo modo dalla critica e dal pubblico dell’epoca, come riporta questa testimonianza: «Nel 1985 l’immagine dell’animazione Disney è ancora legata alla celebrazione del meraviglioso e del fiabesco in chiave magica, non gotica»(BIOTTI, 2016). Proprio per via delle sue atmosfere oscure abbiamo scelto di programmarlo in seconda serata.
Sono state decise pellicole di una durata non eccessiva per non stancare troppo il pubblico e per dare respiro tra un titolo e l’altro. Durante la pausa verranno trasmessi spot dell’epoca.
L’evento verrà adeguatamente sponsorizzato tramite i social network (Facebook, Instagram, Twitter e Twitch) oltre che alla classica pubblicità cartacea sui quotidiani nazionali. Nella locandina (Fig.5) è stato inserito il braccio di un morto vivente che tiene in mano un videoregistratore con le date e gli orari delle serate, oltre che il nome dell’evento. Il volantino è fronte-retro, davanti ha la stessa immagine della locandina mentre sul retro (Fig.6) è stampato il programma dei film e anche le varie figure che hanno organizzato il festival.
BIBLIOGRAFIA
Monografie
CATANESE, R. (2013), Lacune Binarie. Il restauro del film e le tecnologie digitali, Roma, Bulzoni.
GRAZZINI, G. (1999), La memoria negli occhi. Boleslaw Matuszewski un pioniere del cinema, Roma, Carocci.
Articoli
BIOTTI, E. (2016), Perché Taron e la Pentola Magica è stato un flop?, in https://www.badtaste.it/2016/03/13/perche-taron-pentola-magica-flop/164325/ (ultima consultazione Novembre 2020)
SITOGRAFIA
https://it.wikipedia.org/wiki/Aiwa
https://www.youtube.com/watch?v=ldddYjatAcU
https://www.youtube.com/watch?v=85jodFNvPfE
https://www.youtube.com/watch?v=sXMCxPmKNfc
https://www.youtube.com/watch?v=eG2LFme76gw
https://www.youtube.com/watch?v=8vZEKpcTA5s
https://www.youtube.com/watch?v=eG2LFme76gw
https://www.teleradioe.eu/showview-il-codice-che-programmava-il-timer-del-videoregistratore
https://www.youtube.com/watch?v=bXWZv6uqnYQ