Le scale parlanti
Genealogie famigliari, resistenze mediali
Radio Phonola 5551
NOME FONDO | Collezione privata Alessandra Tiziani |
PROPRIETARIO | Tiziani P./Tiziani A. |
IDENTIFICATIVO | 00000001 |
LOCALIZZAZIONE | Italia |
TIPOLOGIA DEL SITO | Abitazione privata |
SPECIFICHE | Cantina |
COORDINATE | 46.0283945, 13.217714 |
DATA DI REPERIMENTO | 20/04/2020 |
AUTORE DELLO SCAVO | Tiziani A. |
DEFINIZIONE | Radio |
TIPOLOGIA | A valvole |
CATEGORIA | Acustica |
ANNO | 1952 |
MARCA | Phonola |
MODELLO | 5551 |
N. SERIE | 851832 |
MISURE E PESO | 53 cm (L)x 25,5 cm (H)x 19 cm (P) / 4.7 Kg |
Le scale parlanti. Genealogie famigliari, resistenze mediali
di Alessandra Tiziani
La Radio Phonola 5551 è stata selezionata perché legata alla sfera affettiva. Ho un legame sentimentale piuttosto consolidato con questo oggetto, presente nella mia famiglia da tre generazioni. La radio apparteneva a mio bisnonno ed è stata tramandata a mio padre tramite mio nonno.
Durante la presentazione del progetto “Cronache del dopobomba” la mia mente mi ha subito ricondotta a quella radio in disuso che molte volte, quando ero piccola, avevo visto in cantina, dove era stata relegata. Mi sono ricordata di quando chiedevo a mio papà di metterla in funzione, seppure oramai non più possibile.
Scegliere questo medium per il progetto, quindi, ha suscitato in me il desiderio di riattivarlo: mi sono quindi adoperata per reperire informazioni e recuperare le parti di ricambio necessarie.
Inoltre, una cosa che ha subito catturato la mia attenzione, è stato vedere sulla scala parlante della radio, le numerosissime stazioni di paesi diversi alle quali, già negli anni Cinquanta, ci si poteva sintonizzare.
Una seconda motivazione alla base della scelta è collegata all’attuale situazione di emergenza. La radio è un medium fondamentale per la diffusione di informazioni e ciò che la caratterizza è la credibilità delle notizie, ritenute accurate e tempestive. Sono infatti oggi necessarie informazioni attendibili sul numero dei pazienti, dei deceduti e dei guariti di Covid-19, per permettere ad ogni cittadino di essere a conoscenza della reale situazione del nostro paese.
É anche interessante rilevare come la radio, nonostante sia ascoltata normalmente, per lo più, viaggiando in auto, resista al Coronavirus. Si dimostra un mezzo cui gli Italiani non rinunciano, piuttosto ne ricalibrano l’uso in funzione delle nuove abitudini, favorite da un mezzo che è in grado di sfruttare vecchie e nuove tecnologie per consentire l’ascolto anche in modi innovativi e diversi rispetto al passato.
La crisi del Covid-19 ha favorito la relazione con la radio soprattutto in termini di vicinanza, emozioni positive, informazione, partecipazione e confronto. La musica ascoltata alla radio è fondamentale, contribuisce al senso di comunità, alla partecipazione collettiva e quanto possibile strumento di diffusione di serenità e quindi agente deterrente rispetto all’ansia.
In questo senso, l'iniziativa "La Radio per l'Italia" è stata ampiamente riconosciuta e apprezzata come modo di ulteriore avvicinamento al mezzo. La trasmissione all’unisono delle radio italiane dell’Inno di Mameli e tre canzoni che hanno fatto la storia della musica nazionale istituisce un luogo e un momento mediale di ritrovata collettività. É un’iniziativa straordinaria e unica che vuole dare ancora più forza a tutti gli italiani e all’Italia per procedere unita e coesa in questo momento di emergenza mondiale.
Le scale parlanti. Genealogie famigliari, resistenze mediali
La radio Phonola 5551 nasce agli inizi degli anni Cinquanta, ed è una supereterodina ad onde corte (5,5-16,5 MHz) e onde medie (600-1600 KHz). Si presenta come un apparecchio di medie dimensioni: larghezza 60 cm, altezza 30,5 cm, profondità 23 cm. Il cabinet è in noce nazionale, le modanature sono in bachelite color bianco-latte, le tre manopole frontali, poste in basso a destra, sono anch'esse in bachelite con lo stesso colore delle modanature (Fig. 1).
Nata come una "radio soprammobile", data anche l’estetica, trova facilmente posto nel salotto, su un comodino o su un mobile a giorno.
Le manopole assolvono alle seguenti funzioni:
- interruttore con regolatore di volume
- variazione di sintonia
- cambio gamme d'onde – OC (Onde Corte) e OM (Onde Medie).
Le valvole utilizzate sono di tipo "rimlock" della serie U. La serie U è uscita nel 1947 nel tentativo di rendere più economici, e quindi più vendibili, gli apparecchi. Sono valvole a riscaldamento indiretto per l'accensione in serie, caratterizzate dal comune consumo di 100mA. Fino a quel momento si erano usate, al loro posto, le valvole a riscaldamento indiretto serie E per l'accensione in parallelo, caratterizzate dalla comune tensione di accensione a 6,3V.
Le valvole sono:
- UCH42 (amplificatrice in alta frequenza-generatrice locale-miscelatrice)
- UF41 (amplificatrice media frequenza - 470 chilohertz)
- UBC41 (rivelatrice e preamplificatrice)
- UL41 (finale audio amplificatrice di potenza)
- UY41 (raddrizzatrice tensione rete)
La prima lettera della sigla delle valvole, indica le caratteristiche di accensione del filamento. La seconda e terza lettera indicano la tipologia del tubo a vuoto (diodo, triodo, tetrodo, pentodo, ecc.) a seconda del numero di elettrodi che possiede. La serie U consentiva di risparmiare notevolmente sulla costruzione del trasformatore, l'elemento più costoso dell'apparecchio, usando invece un autotrasformatore. Si tratta di un primo tentativo di miniaturizzazione.
Anche se dotato di una buona sensibilità in ricezione, questo apparecchio, come tutti gli altri apparecchi in grado di riprodurre i soli segnali modulati in ampiezza, non trova opportuna collocazione in edifici costruiti con la tecnica del cemento armato, in quanto, il ferro delle armature contrasta il passaggio delle onde elettromagnetiche medie e corte le quali, specialmente nella nostra zona, sono quasi sempre di scarsa entità.
Le scale parlanti. Genealogie famigliari, resistenze mediali
La radio è stata uno dei primi mezzi di comunicazione inventati dall'uomo e ha permesso, per la prima volta, la trasmissione di contenuti sonori da una parte all'altra del pianeta. Due apparecchi radio, infatti, erano, e sono tutt'ora, in grado di mettere in comunicazione due o più utenti. Quello che sta alla base di questi apparecchi sono le onde elettromagnetiche ed è importante sapere che attualmente esistono due tipi di radio: quella analogica e quella digitale.
La storia della radio inizia dalla fine del XIX secolo. Nikola Tesla fu il primo scienziato a intuire che le onde elettromagnetiche potessero viaggiare da un punto ad un altro. Tuttavia, al momento delle dimostrazioni sperimentali, non riuscì mai a far emergere il suono da un ricevitore. Pochi anni dopo, l'italiano Guglielmo Marconi, riuscì in questa impresa e inviò un codice Morse a qualche chilometro di distanza, utilizzando lo strumento che venne chiamato "telegrafo senza fili". Il risultato, considerato giustamente rivoluzionario, fu accolto con enorme plauso da parte dell'opinione pubblica, la paternità del brevetto fu comunque attribuita a Tesla. Agli inizi del Novecento, Reginald Fessenden superò i limiti di Marconi, riuscendo anche a trasmettere musiche e parole, oltre a suoni sordi, come quelli del codice Morse. Fu grazie a questo contributo che nacque la radio vera e propria1.
La radio si sviluppò nel corso dei primi decenni del Novecento ma la diffusione nelle abitazioni fu piuttosto lenta, dovuta al costo particolarmente elevato. È soltanto dal 1930 che si potrà assistere ad una vera diffusione della radio nelle case delle città più industrializzate. Il passaggio decisivo nella storia della radio riguarda sicuramente quello che si verificò durante le due guerre mondiali, con la trasmissione di notiziari riguardanti eventi che si verificavano in ogni parte del mondo. Impossibile dimenticare la celeberrima "Radio Londra", che anticipava le notizie belliche negli anni della Seconda guerra mondiale. Radio Londra era infatti una radio proibita dal regime fascista, il quale voleva essere l'unico detentore dell'informazione in Italia. Spesso si ascoltava Radio Londra la notte, cercando di sintonizzarsi sulla frequenza giusta e spesso ascoltandola coprendosi con una coperta, per paura che potesse essere udita dai vicini. La radio ha dunque svolto un ruolo profondamente storico nella vita dei cittadini italiani; ma anche di tutto il mondo, durante i suoi anni più bui, diventando uno strumento di libertà, ribellandosi proprio alla funzione a cui invece era stata destinata dai regimi totalitari che l'avevano utilizzata per diffondere la loro propaganda (Fig. 2).
Dopo la Seconda guerra mondiale, la radio ha iniziato a diffondersi prepotentemente in tutte le case, diventando anche un oggetto irrinunciabile per le autovetture. Questo è stato possibile grazie alla diminuzione del costo, che ha reso la radio un bene accessibile anche per la classe media.
Storia della Phonola
La radio di cui sono in possesso è una Phonola 5551 e la storia del marchio Phonola è molto breve. Inizia nel 1931, quando furono messi in commercio apparecchi radio con marchio Phonola costruiti dalla società FIMI di Saronno, nata nel 1925. La FIMI era una industria che produceva, tra l'altro, tessuti particolari destinati anche al mercato bellico. Durante la Seconda Guerra Mondiale la FIMI-Phonola produsse apparecchi riceventi anche per conto della Siemens e Crosley; in seguito produsse per la Grundig ed altri marchi; negli anni Sessanta la FIMI-Phonola fu assorbita dal colosso olandese Philips. Uno dei prodotti più famosi fu il modello 547, prodotto in molte varianti a partire dal 1939, la quale costituisce uno degli esempi di disegno industriale italiano.
Storia ed evoluzione della scala parlante
Per quanto riguarda, invece, la storia delle scale parlanti, l’evoluzione è progressiva. Si parte da una semplice scala numerata sul finire degli anni Venti del secolo scorso, quando la radio comincia a entrare nelle case della gente comune (Fig. 3). Prima di quella data, per tutti gli anni Venti l’apparecchio ricevente era una specie di strumento scientifico.
Nei primi anni Trenta la Radio compare per la prima volta nelle case come oggetto d’arredamento e di svago. L’industria cerca di rendere piacevole il contatto tra un pubblico diffidente e un apparato che fino a qualche anno prima era al di fuori della portata dell’uomo comune. Il nuovo apparecchio radio deve avere una bella estetica e apparire facile da usare, alla portata di qualunque membro della famiglia, dal bambino all’anziano. Nel suo processo evolutivo, infatti, si è sempre cercato di non trascurare alcuni fattori molto importanti come la semplificazione, fattore non trascurabile anche in termini economico-industriali, e la semplicità d'uso, per allargare il bacino di utenza.
La piccola scala riporta dei numeri che possono servire come riferimento di massima: per esempio una persona sa che nella propria zona la stazione locale si riceve intorno al numero 80, va nella posizione conosciuta e sente la radio. Qualche costruttore cercherà di rendere semplice la memorizzazione delle posizioni d’ascolto fornendo all’utente, un libretto in cui è possibile annotare, per ogni stazione ricevuta, la posizione delle varie regolazioni.
Cominciano a cambiare le scale di sintonie, le complicate numeriche a finestrella lasciano posto alle più semplici Parlanti, dette così in quanto recavano iscritto anche il nome della stazione ascoltata oltre che alla tradizionale lunghezza d'onda.
Questi progressi avvengono tra il 1932 e il 1933 e si diffondono rapidamente in tutta l’Europa, e finalmente in Italia dalla fine del 1933. Basta guardare la produzione di una qualunque marca di allora per rendersi conto del rapido passaggio dalla finestrella luminosa, alla scala rettangolare e alla doppia scala. Le scale di allora sono realizzate in celluloide, sono illuminate da dietro con una luce diffusa, e vengono esplorate da un indice posto davanti alla scala stessa. Il problema della celluloide è che col tempo tende a deformarsi, soprattutto a ritirarsi e a riempirsi di ondulazioni, il che ha provocato la rottura di moltissime scale graduate. Nel frattempo, la radio si perfeziona e il numero delle stazioni ricevibili aumenta insieme al numero delle gamme d’onda: lunghe, medie e corte. Questo sviluppo rende sempre più affollato il quadrante (Fig. 4).
Dopo il 1935, in Europa la scala parlante diventa uno degli elementi preponderanti nel mobile radio, a causa dell’aumento delle esigenze di indicazione.
Le onde medie servono per la diffusione locale o regionale, le lunghe per il broadcasting su scala nazionale, ma solo nelle nazioni dalla conformazione morfologica adatta, es. Francia, Germania, Gran Bretagna. L’Italia con la sua forma allungata e le montagne dovrà rinunciare alla diffusione in onda lunga e si specializzerà nella rete di ripetitori a onde medie. Poi ci sono le onde corte e cortissime, destinate alle trasmissioni verso zone remote, per esempio i territori coloniali o le nazioni oltremare meta di emigrazione. Tutte queste esigenze sono rispecchiate in un aumento delle dimensioni e della complicazione delle scale.
L’adozione della lastra di vetro serigrafata, a partire dal 1936, trasforma ulteriormente la radio in un oggetto bello da vedere, oltre che da ascoltare. La tecnica della serigrafia consente la stampa in colori vivaci, opachi o trasparenti, fino alle tinte pastello chiaro che risaltano solo se il vetro viene illuminato in luce radente, attraverso il suo stesso spessore, con delle lampade potenti disposte intorno al perimetro della lastra.
Il problema di questo tipo di illuminazione, è che è molto delicata, invece, l’altra tipologia di scale, ossia quelle opache con le finestrelle e i nomi delle stazioni colorati e trasparenti, andava illuminata semplicemente con una luce posteriore, e si dimostrò più resistente.
Negli anni 1937-38, la radio domestica si arricchisce di un altro elemento, non essenziale ma di grande effetto scenico: l’indicatore ottico di sintonia, detto anche “occhio magico”: una valvola speciale con una finestra circolare o rettangolare che si illumina di un bel colore verde, una forma luminosa che cambia a seconda della forza del segnale ricevuto. Un utile ausilio per centrare perfettamente la sintonia di una stazione, ma soprattutto un espediente per aumentare il costo e le vendite degli apparecchi radio.
Sono proprio gli anni a ridosso della Seconda guerra mondiale che vedono il culmine dello sviluppo estetico della radio a valvole e dei suoi accessori. Gli anni successivi vedranno un progressivo ridimensionamento dei modelli, sia a causa della grande crisi dovuta alla guerra, sia in seguito all’avvento di nuove tecnologie, tra cui spiccano le trasmissioni in FM e la televisione.
Dal 1955 la radio cambia forma e diventa squadrata, a sviluppo orizzontale, e soprattutto dotata di una tastiera. La scala parlante si adatta a questa evoluzione e diventa a sua volta lunga e stretta, posta in basso proprio sulla tastiera (Fig.5).
Questa è la classica radio AM/FM che resterà in produzione fino alla fine dell’era delle valvole, ossia fino agli albori degli anni Settanta. I nomi delle stazioni restano per le bande AM (onde medie e corte), mentre in FM ciò non è possibile, dato l'aspetto prettamente locale delle trasmissioni in modulazione di frequenza. Ogni zona, praticamente ogni provincia ha le sue frequenze, dato che la propagazione avviene solo su distanze ottiche, come per la TV.
Anche in questa trasformazione c'è un periodo di transizione, dovuto anche all’evoluzione della banda assegnata alle FM. Dapprima 88-100MHz (1950-52), poi 88-104 (1954-56), e infine l'attuale 88-108. L’osservazione di questi elementi permette di datare con una certa precisione una scala parlante.
Intanto le onde corte, che erano state in gran voga prima della guerra, pian piano perdono di interesse, almeno per le radio domestiche, fino a essere relegate a una semplice indicazione di frequenza o lunghezza d’onda, per poi scomparire del tutto anche come bande ricevibili.
Nei primi anni Cinquanta nascono le piccole radio portatili, equipaggiate con valvole speciali a bassissimo consumo, figlie della tecnologia della guerra. Fanno uso di batterie realizzate apposta, piuttosto costose e di breve autonomia. L’avvento del transistor segna la vera svolta. La prima radio italiana a transistor viene commercializzata nel 1957, è veramente portatile, quasi tascabile, e funziona per tantissime ore con due comuni pile da torcia elettrica.
Le piccole dimensioni di queste radio impongono un nuovo stile per la scala di sintonia: solo pochi numeri ben leggibili su una scala graduata molto approssimativa. La radio a transistor cambia completamente il modo di considerare l’ascolto, senza più la sacralità delle vecchie radio da salotto.
Successivamente, alcune radio, di dimensioni e potenza maggiore, saranno ancora equipaggiate con scale parlanti simili a quelle delle classiche radio a valvole, ma pian piano questa funzione cessa, soprattutto con l'avvento generalizzato dell'ascolto in FM, per la quale come si è visto non è possibile realizzare scale parlanti.
Il risultato di questa evoluzione finale è, negli anni Sessanta, una scala di sintonia esclusivamente numerica, con poche indicazioni ben visibili come quelle degli anni Venti (Fig. 6)2.
Le scale parlanti. Genealogie famigliari, resistenze mediali
Per quanto riguarda la valorizzazione, in primo luogo ho pensato che i nomi delle città presenti sulla scala parlante potessero evocare qualcosa di simile ad una mappa mentale del mondo nell'immaginazione dell'ascoltatore radiofonico (Cfr. Fickers, 2012). Una mappa mentale è un’immagine strutturata di una parte dello spazio temporale di una persona. Questa mappa non deve essere corretta in senso geografico, ma rispecchia il mondo come la persona pensa che esso sia. Per spiegare al meglio questo concetto, ho creato una presentazione e, usando la foto della scala parlante della radio Phonola 5551, ho inserito un determinato audio, caratteristico di alcuni paesi, che rimandi mentalmente ad essi. L’audio di cui ho usufruito, viene chiamato segnale di intervallo o segnale di sintonia, ed è un suono caratteristico o una frase musicale, utilizzato nel Broadcasting internazionale, che viene riprodotto prima dell'inizio o durante le pause di trasmissione. Esso serve a diversi scopi: assiste l’ascoltatore per sintonizzare la sua radio alla corretta frequenza della stazione e informa le altre stazioni che la frequenza è in uso.
Questa pratica è iniziata in Europa negli anni Venti e Trenta ed è stata usata anche nelle trasmissioni ad onde corte. L'uso di segnali di intervallo è diminuito con l'avvento dei sistemi di sintonizzazione digitale, ma non è scomparso. Analizzando la scala parlante, si può notare che solo per alcune città ho annesso il suono del segnale di intervallo, questo perché ho scelto di prendere in esame quelli che, a mio parere, sono i più significativi:
Athlone: tra il 1931 e il 1975, Athlone fu il principale centro di trasmissione per per la radio irlandese. Il segnale di intervallo è “Come back to Erin”. Successivamente fu conosciuta come “Radio Athlone” e fu possibile ascoltarla in tutta Europa.
London: la redazione di Radio Londra diventò famosa per la sua tempestività nel trasmettere informazioni nel mondo, con il suo tipico stile inglese, diretto e pragmatico. Inoltre, il ruolo in guerra di Radio Londra divenne cruciale nello spedire messaggi in codice, redatti dagli alleati e destinati alla resistenza italiana. Il segnale di intervallo è una versione con le trombe di “Oranges and Lemons”, ma le trasmissioni in italiano di Radio Londra erano aperte dalle prime note della 5a Sinfonia di Beethoven.
Moskva: Radio Mosca è stata una stazione radiofonica sovietica internazionale che trasmetteva in oltre 70 lingue del mondo dal 1929 al 1993. Grazie a Radio Mosca, l'URSS fu il primo paese a lanciare ufficialmente delle trasmissioni radiofoniche in lingue straniere, la stazione, però, fu bloccata in Germania e in Italia negli anni Trenta, e l'ordine di silenziarla fu dato personalmente da Benito Mussolini; alla fine della guerra, le trasmissioni furono trasmesse in 29 lingue con un volume medio giornaliero di 60 ore. Il segnale di intervallo di Radio Mosca è “Wide is my Motherland”, in uso dalla guerra fredda. Questa, è la più famosa e patriottica canzone della Russia e dell’Unione Sovietica.
Vatican: Il compito principale della Radio Vaticana è quello di diffondere con libertà ed efficacia il messaggio cristiano e di collegare il centro del cattolicesimo con i diversi Paesi del mondo. Trasmette in quarantacinque lingue e in diverse modalità, che permettono la diffusione in tutto il mondo. Il segnale di intervallo è “Christus Vincit”, ovvero un inno molto importante per la Chiesa cattolica.
Praha: Radio Praga è il centro di trasmissione internazionale per la Repubblica Ceca. Il segnale di intervallo è l’inno comunista "Kupředu levá, zpátky ni krok!" (“avanti a sinistra, nessun passo indietro!”), scritta dal compositore ceco Jan Seidel.
Budapest: Radio Budapest è stata il servizio per l'estero della radio ungherese. Lo scopo dei programmi era quello di dare un'immagine obiettiva dell’Ungheria, inoltre, si proponeva di fornire indicazioni utili a chi volesse visitare il Paese. Il suo segnale di intervallo fu utilizzato molto durante la guerra fredda.
München : Monaco ospita la Bayerischer Rundfunk, ovvero l'emittente radiotelevisiva pubblica locale della Baviera. Il segnale di intervallo è della famosissima Deutsche Welle (emittente pubblica tedesca di radiodiffusione a livello internazionale) ed è la versione di "Es sucht der Bruder seine Brüder" dal Fidelio di Ludwig van Beethoven.
Hilversum : Dagli anni venti Hilversum è la sede e la stazione trasmittente dell'ente radiotelevisivo olandese, tanto che il nome della cittadina, indicato sul sintonizzatore di molte radio, era diventato sinonimo dell’ente. Il segnale di intervallo è una versione della famosa canzone della guerra degli 80 anni “Merk tocca hot sterck" suonata con un carillon.
Roma: Si riferisce a Radio Rai, ovvero la direzione che si occupa della realizzazione dei programmi radiofonici della Rai. Il segnale di intervallo era un cinguettio meccanico generato da un’era, un congegno meccanico ideato e costruito per segnalare ai tecnici della radiofonia il momento preciso nel quale si dovevano effettuare le manovre di inversione, ossia di collegamento a una sorgente di trasmissione radiofonica diversa da quella precedente.Con l'avvio delle trasmissioni stereofoniche alla RAI il povero uccellino mostrava i segni della sua epoca come i fruscii delle registrazioni precedenti. L'ingegner Musoni decise allora di farne una nuova edizione. La nuova versione venne eseguita sulle stesse note della precedente da un Professore dell'Orchestra Sinfonica di Torino.
Il segnale di intervallo, quindi, mi è sembrato il miglior modo per descrivere la mia idea iniziale, ovvero il fatto che già negli anni Cinquanta, con un solo giro di manopola, si potesse mentalmente “viaggiare” in un altro paese solo ascoltando le notizie e la musica propri di quest’ultimo.
Questa teoria si può anche ricollegare ai giorni nostri, nello specifico al problema che negli ultimi mesi ha legato tutto il mondo, ovvero il Covid-19. È stata, infatti, realizzata un’applicazione chiamata Radio Garden per accedere agli streaming radiofonici di tutto il mondo, semplicemente navigando sulla mappa Google, per scoprire dalla propria casa le musiche e i programmi, ma soprattutto le notizie, dai più remoti angoli del pianeta.
Si hanno quindi tutte le radio del mondo su una mappa, a portata di click. Il sito di Radio Garden è una fonte inesauribile di suggerimenti di ascolto da scegliere semplicemente navigando da un Paese all’altro e zoomando dove si preferisce. Un vero viaggio, senza limiti, tra stazioni radiofoniche sparse sul pianeta, da quelle italiane alle più remote emittenti dei diversi continenti.
Le scale parlanti sono servite da anticamera alla globalizzazione e si può interpretare l’uso delle stesse, durante gli anni Quaranta e Cinquanta, come simbolo della diffusione della radio in Europa.
«The illuminated station scale has deeply engraved itself into the memory of many generations of radio listeners. Although many of the stations could only be captured with considerable effort on a good antenna, the stations promised a world outside the possibilities of bodily experiences and invited the listener to make fantastic imaginary travels» (Schmidt, 1998, p. 317).
In questo modo, il quadrante radio diventa una mappa virtuale per il viaggio attraverso l'etere, invitando l'ascoltatore a soffermarsi per un po’ sulle stazioni radio dei molteplici Paesi. Molti documenti (romanzi, poesie, testi di canzoni) testimoniano il fascino estetico e artistico del quadrante radio, emozionando il soggetto ascoltatore e stimolando il suo pensiero durante l'interazione con esso. Un esempio è nel libro olandese per giovani De radio-detective: draadloze ogen di Leonard Roggeveen (1930), nel quale, Hans, il quindicenne protagonista del libro, sperimenta la "meraviglia" di viaggiare attraverso l'Europa semplicemente girando il quadrante del suo ricevitore auto-costruito.
In conclusione, nonostante il progresso ci abbia dato a disposizione nuove forme di comunicazione, la radio rimarrà sempre una delle principali, in quanto ha tutti i connotati per essere definita "immortale", proprio grazie alla sua capacità di adeguarsi al mondo che la circonda.
BIBLIOGRAFIA
ANGELETTI, G. B. (1938), Il Manuale del Radiomeccanico, Milano, Radio Industria.
FICKERS, A. (2012), Visibly Audible: The Radio Dial As Mediating Interface
www.researchgate.net/publication/290600156_Visibly_Audible_The_Radio_Dial_as_Mediating_Interface
SCHMIDT, U. C. (1998), Radioaneignung. In Zuhören und Gehörtwerden Vol. 2, Tübingen, Diskord.
SITOGRAFIA
radio.garden/visit/treviso/wHaXdwvi
en.wikipedia.org/wiki/Interval_signal
www.elettrovintage.it/Storia/storia_radio.htm
www.aireradio.org/wp-content/uploads/2020/01/Num.2-2019c.pdf